Il fumo influenza (negativamente) l’efficacia della terapia parodontale non chirurgica

  1. Home
  2. Il fumo influenza (negativamente) l’efficacia della terapia parodontale non chirurgica
1536619108_7b7jbnzu.jpg

Il fumo influenza (negativamente) l’efficacia della terapia parodontale non chirurgica

Gli esperti SIdP: motivare a mettere di fumare deve essere parte integrante della terapia

Secondo uno studio presentato a EuroPerio9, il principale Congresso mondiale in Parodontologia e Implantologia, il fumo ha un impatto negativo sulla salute parodontale a termine della terapia parodontale non chirurgica. La parodontite indotta dalla placca batterica colpisce i tessuti di sostegno dei denti, causando riassorbimento dell’osso circostante e lasciando degli spazi fra denti e gengive comunemente chiamati “tasche gengivali".  

La terapia messa in atto dai parodontologi, consiste innanzitutto nella rimozione della placca e del tartaro presenti nelle tasche sotto la gengiva. Questa prima cura può ridurre in maniera considerevole la profondità di tasche superiori ai 4 millimetri sia nei fumatori che nei non fumatori.  

Una recente ricerca presentata ad Amsterdam da un gruppo di studiosi svedesi sottolinea “la riduzione della profondità delle tasche sia sensibilmente maggiore nei non fumatori ad un anno dal trattamento”. Le tasche parodontali si formano tra la gengiva e la radice del dente, dove i batteri possono concentrarsi e rilasciare tossine che interagiscono con il sistema immunitario del Soggetto portando alla perdita dell’apparato di sostegno del dente. Su 1.551 pazienti trattati tra il 1980 e il 2.015 dopo la fase attiva di igiene professionale c’era stata una significativa riduzione dei parametri clinici parodontali sia nei pazienti fumatori che in quelli non fumatori. Ma mentre nei non fumatori la riduzione si attestava al 72%, nei fumatori rimaneva al 51%, evidenziando come il fumo influenzi negativamente la guarigione dei tessuti parodontali successivamente alla strumentazione non chirurgica.

Non solo, i ricercatori hanno anche rilevato che la quantità di placca diminuiva in media del 69% nei non fumatori e invece solo del 53% nei fumatori, sempre ad un anno dalla terapia. 

“Questo studio” sottolinea Il dott. Luca Landi, presidente eletto della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia “è un’ulteriore conferma di quanto la salute parodontale sianegativamente influenzata dal fumo di sigaretta. È noto da tempo come il fumo amplifichi ildanno causato dall’infezione batterica, ma oggi sappiamo che anche le terapie non riescono aessere pienamente efficaci nei pazienti fumatori. Questo dato ricorda come sia importante lanecessità di prevenire o di cessare il vizio e come questo debba essere parte integrante di ognipercorso di cura”. 

 

Fonte: Odontoiatria33

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati con (*)

Digita il testo contenuto nell`immagine